Non c’è più la tabaccheria all’angolo. La tabaccheria
intorno alla quale ronzavo per giornate intere cercando
di vincere l’indomabile pudore giovanile, fino a quando non mi
feci coraggio e andai a comprare il mio primo preservativo.
Non c’è la vecchia tabaccaia che dalla mia mano sudata e
tremante prese la banconota e me lo diede con lo stesso gesto
lento con il quale mi consegnava anche le sigarette, comprate a
pezzo, per mia madre. Non c’è più la profonda voce vellutata
con la quale mi chiamò, come chiamava tutti quelli che
dimenticavano di ritirare il resto. Non c’è più il suo viso bonario
che pareva non cambiasse mai. Era uguale anche quando, dopo
parecchi anni, con l’eletta del mio cuore acquistai da lei qualche
dozzina di preservativi, pretendendo perfino quelli più grandi e
colorati che dopo, ridendo e scherzando, avevamo gonfiato
ornando con essi la stanzuccia dove festeggiavamo il capodanno.
Non c’è più la tabaccheria all’angolo, come non c’è più la metà
degli edifici del rione dove una volta abitavo.
(da L’albero che cammina, Multimedia edizioni)
fonte: http://moscheinbottiglia.blogspot.it/2012/10/josip-osti-poeta-di-sarajevo.html
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