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è
il segno
primo ultimo
ma per lo più
durante
*
Il parco, è ogni
giorno. Cammino
asciutto, come il
corpo, terminata
la salita. Ossa di
legno, legna di
ossi, il respiro
un vaporetto a
cascata d’aria. Il passo
non è tutto.
Forse, neanche le
tue gambe. E che
tutto si discute
in parti, e
neppure si
discute, questo è
quanto. Stante
stando,
amplificando
amplificante.
Sole, sincero, che
fai un po’ male,
un poi bene.
Non credere
siamo noi soli a
ricercare
un’origine
io volevo essere
il gatto e
aspettare
aspettare,
prudentemente
raccolto sulle
quattro piccole
zampe e il corso
resistente di
tutto il
minuzioso
corpo
La vita, e
una felicità
costante, se
chiudi gli occhi
all’istante e li
riapri a sorpresa.
Raccontarvi case.
Come in gattabuia.
L’accento in argento.
L’oro in porto.
Dal polo gentile
al solo colore.
L’effettivo è il gioco
in gioco sempre,
quasi per primo.
In scatola i battiti,
caratteri e palazzi
chiusi, alleggerita
la borsa risalti
capienza.