Tu hai detto qualcosa

qui fruscia una tromba

come qualcosa che

chiama la voce alla voce

le pause le consapevoli vertebre

poste al posto – posto il posto

“quando tu sei partita mi donasti una rosa”

[cinema Battiato, che sorpresa, anno 1974]

tu hai detto qualcosa

mettiamoci a cercare,

sommessamente

accosta un saluto al tempo

(*) Clic è il quarto album in studio del cantautore italiano Franco Battiato pubblicato dall’etichetta Bla Bla nell’autunno del 1974

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verso l’evoluzione materiale della leggerezza

fotografia di Brenton Salo

Tacere alcune poesie, non tradurle dal
silenzio. Solo così altre poesie germoglieranno.
Solo così la visione che ci illumina si
moltiplicherà come il pane.

*Versi del poeta argentino Roberto Juarroz
(Coronel Dorrego, 1925 – Buenos Aires, 1995).

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DECIMA POESIA VERTICALE, 71
(Roberto Juarroz)

Un albero è il bosco.
Sdraiarsi sotto le sue fronde
è ascoltare ogni suono,
conoscere ogni vento
dell’inverno e dell’estate,
accogliere tutta l’ombra del mondo.

Indugiare sotto i suoi rami nudi
è recitare tutte le preghiere possibili,
tacere tutti i silenzi,
provare pietà per tutti gli uccelli.

Sostare davanti al suo tronco
è elevare ogni meditazione,
riunire ogni distacco,
indovinare il calore di ogni nido,
accomunare la solidità di ogni riparo.

Un albero è il bosco.
Ma per questo bisogna
che un uomo sia tutti gli uomini.
O nessuno.

SECONDA POESIA VERTICALE, 67

Un filo più sottile del pensiero,
un filo senza alcuno spessore,
unisce i nostri occhi quando non ci guardiamo.

Quando ci guardiamo
ci uniscono tutti i fili del mondo,
ma manca questo,
che solo dà ombra
alla luce più segreta dell’amore.

Dopo che ce ne andiamo,
forse resta questo filo
a unire i nostri posti vuoti.