io non l’avevo 

mai detto una

volta sola e non

avrei stretto volo

prima d’allora quando

mi hai detto

chiaro come ti

rincorrevo, e mi

consideravo

come un

arcobaleno,

discorso

ambientato

vestito animato

di pomeriggio,

poi stando alla

sera con la luna

vera lo sguardo

e nessuna

premura solo un

cedere a

neanche una

resistenza, solo

un rapimento a

tranquillizzare

le amiche, e

ridevamo, seri e

leggeri. Questo

l’arcobaleno, l’

insegnamento

(cadere a mezzo cerchio)

– ora divento grande

e strano com’è un uomo

– come un uomo

– come uomo

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https://www.r3m.it/2020/10/30/the-smiths-shakespeares-sister/

cantami, seguo la linea del tuo canto/invento

https://at.tumblr.com/pwlanier/a-finely-painted-modernist-silk-bauhaus-style/2yh1wz5xqazk

Non c’è quaderno, forse ancora – fra distrazioni – la ragazza la spiaggia il cane la passeggiata un’onda – non c’è espressione che incontri questa storia lontana e pure – arrivata alle distanze toccando, lasciandomi scomparso dove una voce e il mare faccia colore riflesso a cielo di strada, quindi: presente passeggiata, passo azzurro convesso cammino diritto e l’aria, forse quaderno, un disegno bambino di particolari antichissimi dai tratti di ora una spiaggia ballerina una coda che tracci un ritorno a lunghissima scia