어쩌자고 이렇게 큰 하늘인가 A che servirà questo enorme cielo? 나는 달랑 혼자인데 Io sono qui tutto solo |
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노를 젓다가
Mentre remavo
노를 놓쳐버렸다
ho perso un remo
비로소 넓은 물을 돌아가보았다
Mi giro a guardare la grande distesa d’acqua
raccolti profili gesti lati lineamenti corsivi cappelli
어쩌자고 이렇게 큰 하늘인가 A che servirà questo enorme cielo? 나는 달랑 혼자인데 Io sono qui tutto solo |
Non al-
linea parola
sta poco distante,
tra-e-non-trae,
scorre ogni via/confine
– è scoprire, verbo a scandire, e a scoprire
qui davanti
I libri di poesia che ti trovano perché hanno dentro qualcuno che cerca, qualcosa come un scrittura-a-stelle, che vive con l’esposizione attenta come il cuore intelligente e i sensi “temperati” al cielo, e che ha la pratica di scrivere versi come quella di vivere nel profondo (e sempre più sperimentandone le superfici) mistero di tutto questo (e di tanto tanto altro, di certo): un libro (e pure libretto) bellissimo, come un inchino e come sempre come altro che non può neppure definirsi, grazie alla semplicità che tocca e apre, fino al presente che legge e si legge, grato e davvero aperto spazio. Grazie al gentile bravo editore per aver scoperto questa magnifica poeta e la sua poesia affamata di stelle, con tutta la paura di sapere e non sapere e l’ironia di esserci e amare ogni passo ed ogni tracciato, senza scarpe né mappe.
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[chiaramente, sarei molto curioso di conoscere il libro da cui è estratta la selezione tradotta in italiano, dal titolo A Responsibility to Awe]
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11 maggio 1997
La scienza non è quello che dicono, così seri
la verità è quello che immagini
non quello che vedi
e non è qualcosa di utile
o qualcosa che paga
*
Al fico nel giardino
Fico, tu pianta svergognata
tu totem sacro
di glutei, torsi, cosce
e fianchi snelli
concavo, labiale
dolcemente inciso
le tue foglie
simboli
di eterno pudore
non nascondono altro
che il cielo
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la scheda del libro qui:
https://kurumuny.it/rosada/193-io-mangio-le-stelle-9788885863439-rebecca-anne-wood-elson.html