Tacere alcune poesie, non tradurle dal
silenzio. Solo così altre poesie germoglieranno.
Solo così la visione che ci illumina si
moltiplicherà come il pane.

*Versi del poeta argentino Roberto Juarroz
(Coronel Dorrego, 1925 – Buenos Aires, 1995).

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DECIMA POESIA VERTICALE, 71
(Roberto Juarroz)

Un albero è il bosco.
Sdraiarsi sotto le sue fronde
è ascoltare ogni suono,
conoscere ogni vento
dell’inverno e dell’estate,
accogliere tutta l’ombra del mondo.

Indugiare sotto i suoi rami nudi
è recitare tutte le preghiere possibili,
tacere tutti i silenzi,
provare pietà per tutti gli uccelli.

Sostare davanti al suo tronco
è elevare ogni meditazione,
riunire ogni distacco,
indovinare il calore di ogni nido,
accomunare la solidità di ogni riparo.

Un albero è il bosco.
Ma per questo bisogna
che un uomo sia tutti gli uomini.
O nessuno.

SECONDA POESIA VERTICALE, 67

Un filo più sottile del pensiero,
un filo senza alcuno spessore,
unisce i nostri occhi quando non ci guardiamo.

Quando ci guardiamo
ci uniscono tutti i fili del mondo,
ma manca questo,
che solo dà ombra
alla luce più segreta dell’amore.

Dopo che ce ne andiamo,
forse resta questo filo
a unire i nostri posti vuoti.